Pietro Bordina,
4E
Raffaele
Castaldo, 4E
DEMOCRAZIA
E COSTITUZIONE
Durante
l’incontro di riflessione su Democrazia e Costituzione, organizzato dal
Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pavia nell’ambito degli
interventi definiti dal P.O.T. (Piani di Orientamento e Tutorato), siamo
partiti prendendo in considerazione l’appassionato intervento di Piero
Calamandrei in occasione dell’inaugurazione di un ciclo di conferenze sulla
Costituzione italiana nel 1955. Egli, in quanto uno dei Padri della
Costituzione, definì la Scuola come un organo costituzionale, anche se
difficilmente la si troverà mai in un elenco tecnico degli organismi con cui si
esprime la volontà popolare. Calamandrei si spinse anche oltre questa
definizione, arrivando ad attingere una metafora dal funzionamento del corpo
umano: la Scuola corrisponderebbe a quegli organi che producono le cellule del
sangue. In questo caso l’organismo umano rappresenta una cittadinanza
democratica e consapevole alla quale i cittadini, formati ed educati nel loro
ruolo, impartiscono il movimento vitale (come globuli rossi), con
consapevolezza delle regole della convivenza civile.
Ma cosa si
intende per Democrazia? In Italia il principio democratico è affermato
nell’art.1 della Costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene
al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” Ciò
significa che la Repubblica si fonda sul consenso dei cittadini che sono
esclusivi e legittimi titolari della sovranità, i quali partecipano alla
politica nazionale attraverso due diverse forme di democrazia:
·
Diretta, come i referendum;
· Indiretta, attraverso propri rappresentanti eletti nelle
assemblee legislative (nazionale e regionali).
Una cittadinanza
democratica è quindi quella collettività i cui membri sono individui
consapevoli degli strumenti che l’ordinamento giuridico riconosce loro per
esercitare la sovranità. Noberto Bobbio, considerato al tempo stesso fra i
massimi teorici della filosofia del diritto, affermava che il concetto di
Democrazia “esprime il potere del popolo sul popolo e non si esaurisce nell’assunto
la maggioranza ha sempre ragione”, ma “indica una modalità per assumere
decisioni in modo condiviso, lasciando comunque spazio alle minoranze”. Solo
così si intrecciano il riconoscimento democratico dei diritti dell’uomo e la
garanzia della pace.
Dunque, qual è
il legame tra la Scuola, la Democrazia e la Costituzione?
Siamo arrivati a
dire che la Democrazia è un luogo di confronto, scambio di opinioni e palestra
per il rafforzamento della salute e del benessere della Repubblica. E qual è il
primo luogo di confronto nel quale si insegna e si impara il metodo del
relazionarsi con l’altro, la prima micro comunità all’interno della quale si
imparano le regole della convivenza con il fine di un corretto svolgimento
delle mansioni di ognuno per il benessere della comunità? La Scuola.
Perciò, siccome
un organo costituzionale si può definire come titolare del potere di indirizzo
politico, cioè del potere normativo, della determinazione dei fini dello Stato
e di funzioni di garanzia del sistema costituzionale, la Scuola può essere
tranquillamente inscrivibile in essi, proprio come affermato da Calamandrei. La
Scuola, infatti, è dove si sfornano i titolari del potere politico e coloro che
grazie alla propria consapevolezza di cittadini, acquisita durante gli anni di
studio, devono difendere i principi costituzionali, fondamento della
Repubblica.
Se alla Scuola
spetta difendere la Costituzione, quest’ultima ha tra i tanti obiettivi quelli
di tutelare i diritti umani, fondamento della condizione di cittadino, nei
quali è compreso anche il diritto allo studio, nell’ambito della promozione
della cultura e della ricerca. Esso è difeso in diversi articoli della
Costituzione come nell’art.2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia
come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale” e nell’art.3 comma 2: “E' compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". In questi due
Pilastri della Costituzione sono presenti:
·
Il principio di personalità, nella difesa del singolo;
·
Il principio pluralista, riconoscendo i diritti delle
formazioni sociali;
·
Il principio di solidarietà svolto nell’assunzione di
doveri inderogabili;
·
Il principio di uguaglianza sostanziale, rimuovendo gli
ostacoli di natura economica e sociale.
Questi principi
fungono da fondamenta per il processo di emancipazione di un individuo, e sono
ripresi e ben approfonditi dagli articoli 33 (che tutela il diritto alla
libertà di insegnamento e garantisce l’istituzione, statale e privata, di
scuole e istituti di istruzione) e 34 della Costituzione (che tutela il diritto
ad essere istruiti, dall’istruzione obbligatoria fino ai più alti gradi degli
studi per i più meritevoli; lo stato rende pertanto effettivo il diritto/dovere
dei genitori di istruire i propri figli).
L’indipendenza
intellettuale di un cittadino, perciò, passa per la Scuola, intesa come
fautrice, attraverso lo strumento dell’istruzione, della rimozione degli
ostacoli economici e sociali per realizzare la parità di chances tra individui.
Scuola che dev’essere in grado di garantire la massima espansione del
potenziale umano degli individui, resi così capaci di contribuire e partecipare
pienamente alla vita democratica, educati allo spirito critico e ad una
mentalità laica. Una Scuola aperta a tutti i contributi e pronta a dare
risposte ai problemi della società; non si tratta cioè del servizio di
un’azienda come corpo separato rispetto alla realtà del Paese, ma di
un’interprete dei bisogni del Paese, anche sotto il profilo etnico e religioso
della società, non solo culturale, politico o economico.
Al termine di
questa discussione, durante l’incontro, abbiamo dunque inserito il rapporto tra
Scuola, Democrazia e Costituzione nel quadro dei diritti sociali, cioè quelli
che richiedono l’offerta di una prestazione da parte dello Stato. I quali sono
proprio quelli che segnano il passaggio dallo Stato liberale a quello sociale
in cui lo Stato assume maggiori compiti per tutelare i soggetti economicamente
e socialmente più deboli e garantire loro i bisogni minimi vitali che consentono
un’esistenza libera e dignitosa.
Per concludere,
il rapporto tra Scuola, Democrazia e Costituzione sembra consistere in un
reciproco scambio di stimoli: la Scuola fornisce l’unità funzionale della
democrazia (il cittadino), la Costituzione tutela la Scuola e la Democrazia, e
il mantenimento della Costituzione è sotto la cura del cittadino, che riceve
benefici dal punto di vista del benessere personale grazie allo stile di vita
possibile in uno stato democratico.
Per l’equilibrio
in una società, ognuno di questi tre “organi” deve svolgere perfettamente il
proprio ruolo, in quanto ognuno di essi necessita degli altri.
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