Diritto internazionale


La tutela dei diritti umani nel diritto internazionale e nel diritto dell’Unione Europea

In data 28 novembre abbiamo assistito ad una presentazione riguardante la tutela dei diritti umani nel diritto internazionale e nel diritto dell’Unione Europea, realtà innovativa e concetto basilare per orientare chi voglia intraprendere gli studi giuridici.
Il diritto internazionale è quella parte del diritto che regge i rapporti internazionali in cui l’individuo a lungo non ha svolto alcun ruolo. Tema trattato anche in epoche passate da importanti filosofi quali Hobbes e Kant. Entrambi testimoniano la natura dei particolari rapporti internazionali che vigevano al tempo, soffermandosi sull’importanza della “sovranità” dei vari stati. Hobbes e Kant, dunque, nel prendere in considerazione il contesto internazionale -il primo- ed il diritto internazionale -il secondo-, richiamano solamente il ruolo degli Stati, dimostrando così che, in tali ambiti, l'individuo resta in ombra.
Chi è investito della suprema autorità, dice Hobbes, difende l’indipendenza del proprio stato con l’atteggiamento del gladiatore, con le armi puntate, fortezze e guarnigioni pronte, in un perenne stato di guerra.
Quanto a Kant, egli si spinge addirittura ad evidenziare come molte migliaia di uomini, sudditi sconfitti e sottomessi, siano pronti a sacrificarsi per difendere la maestà dello stato da ogni coercizione legale esterna senza pericolo per “il capo” e nonostante manchi alcun interesse personale, essendo invece personalmente ridotti a puri strumenti per fare guerre sempre più estese.
Nell’assetto tradizionale della comunità internazionale l’individuo è rimasto pertanto a lungo in ombra e oggetto di tutela solo come “propaggine” dello stato di cittadinanza, il quale tuttavia non sempre può decidere di intervenire in difesa di chi all’estero è considerato “lo straniero”. Ovvero, lo Stato ha il diritto di intervenire a livello internazionale per prendere le difese del cittadino i cui diritti siano stati violati all'estero; tuttavia, anche per motivazioni eminentemente politiche, può sempre decidere di non agire in tal senso; cioè, lo stato di soggiorno deve rendere conto allo stato di cittadinanza, ma questo può sottrarsi alla funzione protettiva.
E’ solo con la Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1948, a seguito delle atrocità commesse durante la seconda Guerra Mondiale, che si è potuto assistere ad una svolta nella tutela dell’uomo in quanto uomo.
Oggi i rapporti internazionali si sono evoluti fino a garantire una protezione all’individuo i cui diritti siano stati violati, sia all’interno del proprio stato sia in uno stato di cui l’individuo non è cittadino, all’interno del quale i suoi diritti vengano comunque ugualmente rispettati. Diritti fondamentali che oggi vengono salvaguardati, vale a dire i diritti della persona (vita, libertà, sicurezza…), quelli nei rapporti con i gruppi sociali (proprietà, movimento…), quelli politici (di pensiero, di riunione, di voto…) ed economici e sociali (lavoro, assistenza sanitaria…), sono enunciati, per la prima volta a livello internazionale, con la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Non è però sempre facile trovare accordi tra stati a causa delle differenze culturali; è di conseguenza facilitato il compito tra stati con caratteristiche affini, benché anche a livello universale siano stati ormai enunciati i diritti e le libertà fondamentali. Esempi di stati che hanno raggiunto questo livello di cooperazione grazie ad accordi e a sistemi normativi sono gli stati membri dell’Unione Europea, i quali si sono dati principi fondamentali comuni, enunciati nella Carta di Nizza (carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea), che pone norme vincolanti senza sostituire le Carte Costituzionali proprie degli stati membri.
Organo che si occupa della tutela dei diritti umani all’interno dell’Unione Europa predisponendo convenzioni in materia di procedura penale è il Consiglio d’Europa, i cui componenti sono i rappresentanti degli stati membri (tutti quelli occidentali e quasi tutti quelli orientali). La sua funzione è rappresentata dalla CEDU (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali), che costituisce il più importante trattato in materia di tutela dei diritti umani a livello internazionale.
Il Consiglio d'Europa è un'organizzazione internazionale diversa dall'Unione Europea. Tra le altre cose, ha la funzione di predisporre accordi internazionali anche in materia di diritti umani; tra questi, particolare importanza riveste la CEDU.
Il sistema CEDU offre un catalogo di diritti riconosciuti a tutti gli individui sotto la potestà d’imperio degli stati che si sono impegnati a rispettare la Convenzione (per esempio nel caso di un individuo in mano alle forze di polizia). La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo vigila poi sul rispetto della Convenzione; a tale Corte possono rivolgersi le vittime lese nei propri diritti, tanto che appare rivoluzionario che ormai sia un individuo ad accusare uno Stato (anche il proprio) davanti a un Tribunale Internazionale.
Un articolo di attualità della Convenzione europea dei diritti dell’uomo è l’articolo 10 sulla tutela della libertà di espressione senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera, affermazione che si è confrontata anche con casi di blocco di accesso a Youtube (sentenza Cengiz e altri contro Turchia) o con manifestazioni di odio via Youtube (sentenza Belkacem c. Belgio) o con espressioni di offesa e disturbo (sentenza Handyside c. Regno Unito).

Emanuele Branzoni, classe 5I
Stefania Iaria, classe 4D

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